giovedì 23 luglio 2009

La settimana di Bruce

L'interprete della faccia oscura del sogno americano ancora una volta è in Italia.
Ecco quattro performance tra le tante che si possono scegliere.
Un classico: "Born to run", qui eseguito nel 1975.


"The river" (1980) forse è la più bella ballata di Bruce Springsteen. Qui è proposta nella versione "live in New York" del 2000, lunga e struggente.
Sotto la traduzione. A fianco, nel widget verde, il sonoro di buona qualità.



The river

Vengo dal fondo della valle, amico,
dove quando sei giovane
ti tirano su per farti fare
la stessa vitaccia che ha fatto tuo padre
Io e Mary ci siamo conosciuti alla scuola superiore
quando lei aveva solo diciassette anni
Guidavamo fuori da quella valle
fino dove i campi erano verdi

Andavamo giù al fiume
e nel fiume ci tuffavamo
correvamo fino giù al fiume...

Poi ho messo incinta Mary
e, amico, è stato tutto quello che mi ha scritto
e per il mio diciannovesimo compleanno
ho avuto un libretto di lavoro e un abito da cerimonia
siamo andati giù al municipio
e il giudice ha messo le cose a posto
nessun sorriso da matrimonio, niente sfilata in chiesa
niente fiori, niente abito da sposa
Quella notte siamo andati giù al fiume
e nel fiume ci siamo tuffati
siamo corsi giù al fiume...

Trovai un lavoro ai cantieri
della Johnstown Company
ma poi il lavoro diminuì
a causa della crisi economica
Adesso tutte le cose che sembravano così importanti
bhe, amico, sono scomparse nel nulla
Adesso io mi comporto come se non le ricordassi,
Mary come se non le importasse più nulla
Ma io mi ricordo le nostre corse nell'auto di mio fratello
il suo corpo abbronzato e bagnato giù al lago
Di notte su quelle sponde restavo sveglio
e la stringevo a me solo per sentire
ogni suo respiro...
Adesso questi ricordi ritornano per perseguitarmi,
mi perseguitano come una maledizione...
Un sogno che non si avvera è una bugia?...
o è qualcosa di peggio...che mi manda
giù al fiume, nonostante io sappia che il fiume è in secca prosciugato
che mi manda giù al fiume stanotte
Giù al fiume
la mia piccola ed io
giù al fiume corriamo...

La terza racconta la storia di Ahmed Amadou Diallo, un ragazzo nero che senza nessuna colpa viene ucciso dalla polizia di New York con 41 colpi di pistola. il testo

"American skin - 41 shots" (2000)

"L'apocalisse è uno spiritual che si può ballare".
Infine, un gioioso brano attraverso il quale Springsteen ancor più va alle radici della musica popolare americana. Con un commento di Sandro Portelli.



"Oh Mary, don't you weep"
da "We shall overcome - The Seeger session" (2006)

"We Shall Overcome -The Seeger Sessions" è l’incontro – imprevedibile e inevitabile – fra due giganti della musica e della cultura americana: un rocker archetipico come Bruce Springsteen e la voce di quasi settant’anni di canzone popolare e politica, come Pete Seeger. Imprevedibile perché l’industria musicale tiene i generi separati come feudi incomunicanti; inevitabile perché ci dimostra l’unità profonda della musica americana... Le fonti del rock and roll stanno nella musica profonda dello spiritual (Oh, Mary, Don’t You Weep, Jacob’s Ladder), delle migrazioni (Mrs. McGrath), delle canzoni di lavoro (Erie Canal, John Henry, Pay Me My Money Down), delle filastrocche per bambini (Froggie Went a-Courtin’), della frontiera (Jesse James, Shenandoah, My Oklahoma Home), dei movimenti di liberazione (Eyes on the Prize, We Shall Overcome). Pete Seeger e Bruce Springsteen non hanno fatto altro che cantare, a modo loro, l’America che vedevano e quella che speravano di vedere." Sandro Portelli

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao zio sono la rondine! mi piace un sacco il tuo blog, me lo guardo spesso anche perchè mi dà molti spunti su cui pensare..
PS: un + per tutti i video di Bruce Springsteen :)!